GIULIANOVA – Diventa definitiva la condanna a 12 anni inflitta dalla Corte d’Appello dell’aquila a Dante Di Silvestre, il caldaista 61enne giuliese che il 14 giugno di due anni fa uccise con una coltellata, l’imprenditore informatico 41enne Paolo Cialini, sotto gli occhi della figlioletta di sei anni, per motivi di traffico. I giudicai della Cassazione hanno infatti confermato la sentenza dei giudici del secondo grado, che avevano riformato quella della corte d’assise di Teramo applicando uno sconto alla pena inflitta con l’abbreviato a 14 anni e poco più. I legali della difesa erano ricorsi alla Suprema Corte, ritenendo che la sentenza aquilana fosse ‘viziata da palesi contraddizioni e illogicità’. L’artigiano ha sempre sostenuto di non aver mai avuto intenzione di uccidere, ma soltanto di difendersi, invocando una diversa contestazione dall’omicidio volontario, ovvero quella di delitto preterintenzionale. Finora la attenuanti generiche erano riuscite a tenere la condanna al di sotto della sentenza precedente ma nemmeno l’intervento del noto penalista Franco Coppi ad affiancare il legale teramano Giuseppe Lettieri, ha fatto sì che ualcosa si modificasse nel quadro accusatorio e sanzionatorio finale. Di Silvestre p otrebbe anche continuare a scontare la sua pena ai domiciliari, dove è rinchiuso da qualche mese dopo il delitto.
L’artigiano e l’imprenditore informatico si incrociarono a bodo delle rispettive auto tra via Verdi e viale Orsini, al Lido di Giulianova. La lite si accese per una questione legata al traffico. I due si affrontarono dapprima scambiandosi insulti poi, i due erano scesi della ripesstive auto e si erano affrontati fisicamente: Di Silvestre tornò indietro alla macchina ei si armò di un coltello con cui, ha sempre sostenuto, voleva spaventare l’altro ma nel corpo a corpo, la lama affondò nel petto di Cialini trafiggendolo al cuore sotto gli occhi della bambina che era rimasta in auto.